“Le tue maglie, per sempre la nostra seconda pelle”. Il saluto del Lazio Museum a Sinisa

“Le tue maglie, per sempre la nostra seconda pelle”. Il saluto del Lazio Museum a Sinisa

“E se tira Sinisa è gol… ” così cantava ed ancora canta la grande Curva Nord a Mihajlović… Il popolo laziale piange la prematura scomparsa di Sinisa Mihajlović, al quale in ogni occasione, sia come giocatore che da allenatore, non ha mai fatto mancare il proprio affetto. Nei suoi ritorni all’Olimpico da avversario bastava che si alzasse il coro rivolto al guerriero serbo che dal campo l’ex Campione d’Italia rispondeva con il solito saluto e il suo dolce sorriso. Anche il Lazio Museum negli anni ha ricordato la carriera biancoceleste di Mihajlović, esponendo in varie occasioni le sue casacche allo stadio Olimpico. Una carrellata di maglie storiche che hanno ripercorso la sua formidabile esperienza laziale, tra trionfi e vittorie scolpite nel tempo. Mihajlović era arrivato a Roma nell’estate del 1998 tra lo scetticismo generale (anche per via del suo breve passato romanista), ma si è imposto a suon di gol e di assist, risultando uno degli uomini più importanti della Lazio nella corsa verso lo scudetto del 2000, e non solo. Autentico trascinatore dentro e fuori dal campo, fin dalle prime partite con l’aquila sul petto si era capita l’importanza dei suoi calci piazzati. Imprevedibile e potentissimo, il sinistro di Mihajlović ha risolto in parecchie occasioni i problemi della squadra laziale. Indimenticabile la sua incredibile tripletta da fermo nella gara con la Sampdoria, una serie di calci di punizione andati a segno che rappresentano ancora oggi perle incommensurabili. Tre traiettorie magiche, telecomandate e in fotocopia con annessa la sua corsa verso la panchina dove Eriksson l’attendeva in piedi per un rituale “cinque” di festeggiamento. Atmosfere indelebili, di forti emozioni di un grande uomo, prima che di un grande giocatore, che entra di diritto nella storia delle leggende della Lazio. Il suo spirito guerriero ha sfidato anche la morte, l’unica avversaria che non poteva vincere, ma la sua indomita lotta contro un male terribile resterà un fulgido esempio del suo amore per la vita. Ciao Sinisa, in cielo porterai il tuo pallone, proprio quello che da bambino ti faceva sognare  di diventare un giorno quel campione universale amato da tutti quale sei diventato. E continuerai a tirare bordate in porta, sicuri che gli angeli lassù eviteranno di formare la barriera, magari si arrabbierà con loro il tuo amico Felice, posizionato tra pali formati dalle bianche nuvole. E se tira Sinisa è gol… di Emiliano Foglia

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