LA MAGLIA

Perdura ancora il grande momento di difficoltà per il Paese e, naturalmente, anche il football ne risente, ridimensionando il suo movimento organizzativo. In questo particolare momento bellico, fondamentale per le sorti della Patria, i migliori giocatori della Lazio sono impegnati militarmente al fronte. Le divise utilizzate dai biancocelesti sono le stesse conservate e riadattate anche in questo campionato. Per i tornei a carattere regionale, a cui prendono parte le riserve e le giovanili dalla Lazio, le divise utilizzate vengono recuperate da quelle degli anni precedenti allo scoppio della guerra. Quindi capitava spesso che, nello stesso incontro, i biancocelesti scendessero in campo con casacche di diversa foggia, ma pur sempre dello stesso colore. Per fortuna il termine delle ostilità è ormai prossimo…

1918, La prima pagina del "Corriere della Sera". L'Italia ha vinto la guerra.

La stagione

Il 4 novembre 1918 l’Italia usciva vittoriosa dalla “Grande Guerra”. Alla radio, il Comando Supremo del Regio Esercito annunciava trionfante: «La guerra contro l’Austria-Ungheria che iniziò il 24 maggio 1915 è vinta. La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello scorso ottobre ed alla quale prendevano parte 51 divisioni italiane, 3 britanniche, 2 francesi, 1 cecoslovacca ed 1 reggimento americano, contro 73 divisioni austroungariche, è finita». Il sodalizio biancoceleste fu uno tra quelli che offrì il maggior contributo di uomini a difesa della Patria, nella «Grande Guerra», a cui presero parte circa 300 soldati, tra atleti e dirigenti delle varie sezioni sportive della Lazio che, in pratica, vide sacrificata la sua migliore gioventù per la causa nazionale. Molti di essi si distinsero in battaglia e meritarono sul campo decorazioni e medaglie al valor militare così suddivise: 22 Medaglie d’Argento, 35 Medaglie di Bronzo, 14 Croci di Guerra. I patrioti laziali furono insigniti degli onori militari con regi decreti del Re Vittorio Emanuele III su proposta del Ministro della Guerra in carica. Al termine del conflitto si contarono circa 650.000 italiani morti ed oltre un milione di feriti, una vera mattanza, alla quale non sfuggirono gli atleti e dirigenti della Lazio. Una trentina di tesserati tra atleti, tecnici, soci e dirigenti non fecero ritorno nelle proprie case, un tributo di sangue tra i più alti per le società sportive. Le notizie sull’assegnazione “postuma” del tricolore al Genoa furono molto scarne, frammentarie e poco divulgate. Il 9 maggio 1919 “La Stampa” scriveva: «Con una recente deliberazione della Federazione Italiana del Gioco del Calcio venne classificato primo nelle gare di Campionato 1915 il Genoa Cricket. I campionati erano stati sospesi proprio nelle ultime partite per la nostra mobilitazione. Contro questa deliberazione avrebbero reclamato il Torino F.C. e l’Internazionale di Milano, allora in competizione con la società genovese». Tale decisione fece molto clamore e, oltre a suscitare le ire degli altri club ancora in lizza per il successo finale, parve ai più il frutto di una costante opera di pressione dei media e dei poteri forti dell’epoca. Il campionato 1918/19 non venne mai disputato a causa della Prima Guerra Mondiale. Tutte le attività agonistiche furono sospese per ordine del Regio Stato Italiano. In questa stagione l’attività calcistica a Roma fu pressoché inesistente. Si hanno notizie di una partita del «Torneo di apertura» e del “Campionato Romano di 1ª Categoria”, dove la Lazio, inserita nel girone B, incontrò Juventus Roma e U.S. Romana, ma nessun giornale dell’epoca riportò notizie al riguardo.

La Rosa

Portieri: Antonna, Canestrelli (I), Setti (II). Difensori: D’Angelo, Di Marco, Lebreton, Levi (I), Maranghi, Morselli, Saraceni (I). Centrocampisti: Cella (II), Faccani, Felicani (I), Orazi (I), Orazi (II), Perugini, Senesi, Setti (I), Tagliacozzo. Attaccanti: Canestrelli (II), Cappelli, Ceccarelli, Cella (I), Consiglio, D’Arienzo, Delfini, Fioranti, Fraschetti, Giannuzzi, Levi (II), Maiorano, Mariani, Marretta, Mauro, Ottier, Perfetti, Raffo, Varini, Vellani. Allenatore: Baccani.

Curiosità

La nobiltà della Lazio e del suo presidente Ballerini permise di trasformare il terreno del campo in “orto di guerra”. Il nobile gesto non venne dimenticato e anni dopo, il 2 giugno 1921, la Lazio con regio decreto venne dichiarata “Ente Morale” per meriti sociali, culturali e sportivi, unica società allora nel panorama sportivo nazionale ad essere insignita di tale riconoscimento.

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