LA MAGLIA

Per onor di cronaca la casacca della Lazio del campionato 1939/40 si presenta con una gradazione di celeste più carico, tendente all’azzurro. Il colletto è “a girocollo” o con ampio collo “a V” di colore bianco con trama a cannolè e, per la prima volta, un numero in stoffa bianco cucito sulla maglia.

 

 

1939/40, compaiono per la prima volta i numeri sulle casacche

Il 17 settembre 1939 è una data storica per il calcio italiano, quella in cui per la prima volta i tifosi videro i loro beniamini calcare i campi con un insolito numero, di grandi dimensioni, cucito sul retro della casacca. Si trattava di numeri realizzati artigianalmente, in materiale tipo feltro o stoffa e cuciti a mano, molto spesso dalle sarte o dai magazzinieri dei club. Gli appassionati biancazzurri ci misero un attimo a rendere iconico il numero 9 cucito sulla maglia, di un calciatore che diventerà la Leggenda della storia della Lazio e della Nazionale italiana. Il riferimento è chiaramente al grande, inimitabile e monumentale Silvio Piola, giunto alla Lazio nell’estate del 1934, il quale, nelle prime stagioni capitoline, indossò e casacche da gioco senza il numero sulle spalle, come accadeva per tutti i giocatori italiani. Dal 1939 e per tutto il resto della sua carriera, Silvio Piola indosserà sempre le divise con il “suo” numero 9. Silvio Piola diventerà il miglior marcatore italiano di sempre, con 274 reti realizzate in Serie A (290 considerando le 16 reti realizzate nel campionato misto A/B post-bellico, diviso in due gironi). Ma come si arrivò alla decisione d’introdurre le numerazioni sulle maglie dei calciatori? Nel mese di settembre del ‘39 una circolare emanata dall’allora presidente della FIGC Giorgio Vaccaro (gloriosa conoscenza della Lazio), rese obbligatorio il numero da cucire sulle divise dei giocatori di Serie A, B, C e Prima Divisione, come sul modello britannico. Già da qualche mese la Nazionale italiana aveva introdotto tale numerazione, ma da lì a poco sarebbe diventata obbligatoria anche nei campionati. Nella circolare inoltre, risultava indicata anche la corrispondenza tra il numero ed il ruolo impiegato in campo: 1 portiere, 2 terzino destro, 3 terzino sinistro, 4 mediano destro, 5 stopper, 6 libero, 7 ala destra, 8 mediano sinistro, 9 centravanti, 10 regista, 11 ala sinistra. L’introduzione dei numeri sulle maglie, sul modello inglese, si era resa necessaria soprattutto a vantaggio delle cronache radiofoniche onde consentire una più facile riconoscibilità degli atleti (erano già in corso i primi esperimenti televisivi in Germania e in Inghilterra). Emanata la circolare federale, non rimaneva altro che metterla in atto: per la Lazio il giorno del battesimo era il match contro il Modena (1-1) che passò alla storia come la prima gara dei biancazzurri giocata con le maglie numerate.

La stagione

La guerra infuria e si gioca ancora con la paura dei bombardamenti (1940). Ed è logico che la mente sia rivolta a questa guerra, così crudele e dolorosa. Sarà questo l’ultimo campionato nazionale in quanto verrà sostituito, nella stagione seguente, da tornei a carattere locale. Silvio Piola, in 22 presenze, segna 21 gol conquistando ancora il titolo di capocannoniere: sono gli ultimi fuochi in maglia biancazzurra, ma nessuno ancora lo sa. a politica gestionale di Zenobi, anche se non consente di sognare, permette alla Lazio un’esistenza tranquilla, ponendo le basi per un futuro agiato, in un momento in cui il Paese sta per esser coinvolto nel dramma della Seconda Guerra Mondiale. Zenobi tenta di trovare una svolta attraverso una mossa simile a quella che l’aveva portato presidente nel 1931 e cioè facendo ricorso al mercato sudamericano. Dall’Argentina vengono così ingaggiati Flamini, Pisa e Barrera, seguiti a breve distanza da Gualtieri e Fazio, tutti elementi di valore tra i quali spiccano soprattutto i primi due che costituiranno una delle migliori coppie di interni dell’epoca. Queste operazioni di mercato si rivelano indovinate, tanto che la Lazio, allenata da Geza Kertesz, si classificherà al 4° posto, un piazzamento ottimo, ottenuto esprimendo un gioco spettacolare e redditizio. Concluso il campionato, otto giorni dopo l’Italia entra di nuovo in guerra.

La Rosa

Portieri: Blason, Giovannini, Giubilo, Provera. Difensori: Agosteo, Di Santo, Dal Pont, Faotto, Ferrarese, Ferri, A., Giovannardi, Marcucci, Monza (II). Centrocampisti: Baldo, B. Camolese, Capponi, Dagianti, Fazio, Flamini, Gualtieri, Milano, Palma, Pancrazio, S. Pisa (I), Ramella, Sforza, Tugnoli. Attaccanti: Aquarone, Barrera, Busani, Costa, D’Orazi, G.C. Ferrari, Lombardini, A. Longhi (I), O. Longhi (II), Morgia, A. Mozzetta (I), Piola, A. Pisa (II), Rossano, Vettraino. Allenatore: Kertesz.

 

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