LA MAGLIA

Dalla stagione 1949/50 la Lega introduce l’uso della fascia al braccio sinistro per individuare il capitano della squadra. La Lazio sceglie la rappresentatività della fascia di colore rosso Ferrari. La maglia a polo biancoceleste si conferma quella della stagione precedente con l’ampio colletto bianco. La novità è che la scollatura passata viene coperta con la patta, il rinforzo di stoffa che supporta i tre bottoni a chiusura dello scollo. Il fondo della maglia è rifinito a trama cannolè.

 

 

1949/50, compare per la prima volta sul braccio la fascia da capitano

La stagione

La Lazio riesce nell’impresa di superare in classifica squadre più attrezzate come la Fiorentina ed il Torino, piazzandosi quarta nella classifica finale. La Roma invece chiude il campionato al 17° posto con 31 punti salvandosi dalla retrocessione per soli due punti di vantaggio sul Bari. Un ruolo fondamentale nella rinascita tecnica della Lazio è quello dei fratelli Lucidio e Vittorio Sentimenti. Lucidio si dimostra un portiere straordinario, capace da solo di mantenere inviolata la porta biancoceleste. Il fratello Vittorio è invece un centrocampista eclettico, capace di giostrare con eguale bravura in ogni zona del campo e rappresenta un vero trascinatore della squadra. Da segnalare la vittoria biancoceleste nel Trofeo “Teresa Herrera” in Spagna, che vede la Lazio superare l’Atletico Madrid per 3-1 e portare a Roma un trofeo prestigioso.

 

La Rosa

Portieri: De Fazio, G. Fioravanti, Monsider, L. Sentimenti (IV). Difensori: Antonazzi, Brunori, Furiassi, Piacentini, Remondini, Veronici, Spurio. Centrocampisti: Alzani, Cecconi, Ceresi, Coletta, Gualtieri, Flamini, Magrini, Montanari, Nagy, Rosi, Sandroni, V. Sentimenti (III), Tre Re. Attaccanti: Arce, L. Bacci, Bicego, Galetti, Klein, Hofling, Penzo (I), Nyers (II), Puccinelli, Trevisan (I). Allenatore: Sperone.

 

 

Curiosità

Gradella Sport. A soli 28 anni, a causa di ripetuti infortuni, il leggendario portiere Uber Gradella interrompe la sua carriera sportiva. Ma la singolarità della vita di Gradella è stata la fedeltà ai colori biancazzurri: lui che non era nemmeno romano (era di Mantova) rimane folgorato dall’ambiente schietto e diretto dello sport capitolino a cavallo del secondo conflitto mondiale. Niente polemiche, una vita improntata all’impegno senza fronzoli in cui basta il biglietto del tram per raggiungere lo stadio, indossare la maglia e scendere in campo. Uno sportivo vero che non vorrà mai abbandonare Roma malgrado la crisi economica. La Lazio non ha i soldi per pagargli l’ingaggio e allora lo aiuta ad affrontare una nuova sfida, nel ramo imprenditoriale, dandogli la “chance” di aprire un negozio di abbigliamento e attrezzature sportive, denominato “Bottega dello Sport” inizialmente ubicato in Via Ancona 40 (presso Porta Pia).  Uber ben presto diventa un punto di riferimento del settore con il marchio “Gradella Sport”, grazie alla fabbricazione propria di calzature, maglieria e palloni. E proprio nel suo negozio Gradella ha contatti con il mondo sportivo, quello del Coni e delle Federazioni. Gradella, molto amato dai tifosi laziali, incarnava davvero la lazialità, dentro e fuori dal campo. Uber con il suo marchio “Gradella Sport” è stato fornitore delle divise della Lazio e di altre realtà minori capitoline. «Le divise della Lazio ogni giorno si presentavano ai miei occhi, perché ne sono stato il fornitore “tecnico” fino alla fine degli anni Sessanta. La maglia è il simbolo di appartenenza, è un vincolo di responsabilità, forse l’unico oggetto che ti permette in democrazia di schierarti.  Alla Lazio indossavo una maglia di colore grigio chiaro in primavera-estate e nera in inverno. Anche per scaramanzia, devo ammettere, ritenevo che queste due colorazioni confondessero gli avversari. Le casacche azzurre da portiere indossate nell’allora Under 21 ed in due raduni con la nazionale maggiore si presentavano esclusivamente di colore bianco o nero. Le maglie della Lazio in dotazione per singolo atleta non superavano mai le quattro per stagione ed era necessario un bel lavoro di “mantenimento e pulizia” da parte della signora Amelia, collaboratrice della Lazio. A soli 28 anni a causa di ripetuti infortuni dovetti interrompere la mia carriera sportiva a causa di seri infortuni. Decisi così di rimanere nel mondo dello sport aprendo un negozio di abbigliamento ed attrezzature sportive. Un marchio sportivo ben presto conosciuto: la “Gradella Sport”».

 

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