LA MAGLIA

 All’inizio degli Anni ’70 lo stile Ajax diventa un fenomeno mondiale ed il “calcio totale” è la nuova moda del momento. Oltre ad essere un modulo tattico, il modello Ajax si impone anche come un rivoluzionario stile di vita. I calciatori “Orange” sembrano una rock-band musicale, portano capelli lunghi, vestono casual e Johan Cruyff è il re incontrastato dello squadrone olandese. La Lazio, come gran parte dell’Europa, rimane affascinata dallo stile, dai campioni e dal modulo di gioco della squadra olandese. Si narra che Tommaso Maestrelli abbia preso spunto dagli schemi dell’Ajax per costruire la Lazio Campione d’Italia del ’74… ma forse è solo una leggenda. Anche la realizzazione delle maglie, durante la stagione, sembra subire la stessa influenza. La stagione 1975/76 vede l’utilizzo di maglie diverse tra loro. I biancocelesti iniziano il campionato con la casacca a maniche corte con collo e bordi “pieni” bianchi. Questa verrà indossata dai biancocelesti solo fino alla quarta giornata, Lazio-Bologna (1-1), poiché l’incontro successivo Juventus-Lazio (4-0) vede nuovamente l’utilizzo della maglia invernale, a maniche lunghe, del precedente campionato. Dall’ottava giornata, disputata a Roma, il 7 dicembre incontro Lazio-Napoli (0-1), i biancocelesti sfoggiano ancora la “maglia speciale” made in England della stagione precedente, con vistoso colletto ed ampio triangolo entrambi bianchi, ma priva dello scudetto tricolore. Dall’undicesima giornata,  disputata il 4 gennaio 1976 incontro Lazio-Cesena (2-2), i biancocelesti variano ancora la divisa da gioco, utilizzando una maglia già vista nella stagione 1973/74, ma caratterizzata da una tonalità azzurra addirittura più scura del Napoli, con collo “a V” e polsini bicolore. Proprio su questo tipo di divise, di produzione “Ennerre”, compaiono per la prima volta nuovi numeri, disegnati in stile anglosassone. Dalla domenica successiva il primo club della Capitale decide di rendere omaggio al modello olandese, tanto in voga in quell’epoca, sfoggiando due nuove “maglie speciali”. L’Ennerre, fornitore tecnico della squadra biancoceleste, propone, infatti, un doppio capolavoro. Domenica 11 Gennaio 1976 la Lazio affronta il Torino allo Stadio Comunale indossando una “maglia speciale” di colore bianco con un’ampia fascia centrale celeste tendente all’azzurro. Il richiamo olandese è evidente. La grande novità è rappresentata dai numeri, in stampo anglosassone, sul retro della casacca: essi erano interamente ricamati sul tessuto, sostituendo il solito materiale in plastichina. Questa maglia non porta, però, molta fortuna alla Lazio poiché, nelle due gare in cui viene sfoggiata, la Lazio raccoglie due sconfitte contro Torino e Milan. Immediatamente, in campionato, si ritorna al modello classico, dell’Ennerre. Domenica 14 marzo 1976 la Lazio affronta in trasferta la Roma nel derby, decidendo di sfoggiare la seconda “maglia speciale”: la versione Ajax, ma a colori invertiti (forse per scaramanzia). La divisa è, questa volta, celeste con ampia fascia centrale bianca. La fortuna sembra assistere la Lazio che esce indenne dal derby capitolino (0-0). Dalla domenica successiva, incontro Lazio-Ascoli (2-1) disputato il 21 marzo 1976, i biancocelesti tornano al modello dell’Ennerre fino alla ventinovesima giornata del 9 maggio 1976 incontro Lazio-Milan (4-0), quando scenderanno nuovamente in campo con la maglia a maniche corte utilizzata ad inizio stagione, firmata “Tuttosport”. Ma le novità non sono terminate perché per l’ultima gara del girone di Coppa Italia della fine di giugno si appalesa qualcosa di molto fresco che scopriremo alla fine di questa pagina…

La prima maglia della stagione con collo "a V"

La prima maglia della stagione conserva le stesse caratteristiche di quella ammirata nelle ultime gare del campionato 1971/72, con alcune piccole differenze (dimensione colletto e polsini) prodotte negli anni a seguire. Anche in questa stagione il collo “a V" diminuisce leggermente la sua ampiezza, formando con i suoi tre lati, un triangolo quasi equilatero.

Una versione modello "Ajax", con numero ricamato direttamente sul tessuto.

Particolare curioso di queste casacche modello Ajax è che vengono passate, negli anni a seguire, ai calciatori delle squadre minori della Lazio, che le indossano durante i loro allenamenti fino all'inizio degli Anni '80. I numeri probabilmente sono realizzati in due tipologie diverse: in plastichina (prima squadra) e ricamati sul tessuto (giovanili).

La maglia dal tessuto "ultraleggero" indossata da Giordano in Coppa Italia (maglia donata famiglia Geppetti)

La Lazio si congeda dal suo pubblico, chiudendo la stagione all’Olimpico contro il Genoa il 26 giugno 1976, con l'ultima partita del girone di Coppa Italia. Motivo di richiamo è quello dell'ultima presenza di Tommaso Maestrelli sulla panchina della Lazio: per il "Maestro", dopo il rientro dalla malattia, si sta per aprire una carriera da dirigente biancoceleste. L’incontro contro i grifoni si disputa alla fine di giugno in un clima torrido. I giocatori diventavano sempre più esigenti nei confronti dei materiali tecnici indossati, e cosi, viste le alte temperature estive, il fornitore tecnico “Tuttosport” decide di equipaggiare il primo club della Capitale con una muta dal tessuto "ultraleggero": un fresco cotone sostituisce la classica lanetta rasata. Curiosa anche la tonalità di celeste molto carico utilizzato sulla casacca quasi turchese. La targhetta "Tuttosport" è cucita all'interno del colletto.

La stagione

La Lazio affronta il nuovo campionato dopo aver inspiegabilmente ceduto giocatori del calibro di Oddi, Nanni e Frustalupi. Il ricordo ancora fresco delle gesta memorabili di Chinaglia e compagni nasconde dietro l’angolo momenti di inaspettata sofferenza per la Lazio. La malattia di Maestrelli sempre più devastante sconvolge tutto l’ambiente. Al suo posto viene chiamato in panchina il giovane tecnico Corsini e Chinaglia è sempre più attratto dal calcio “a stelle e strisce”. Lo sostituisce, nel cuore dei tifosi, Bruno Giordano, attaccante della Primavera, che segna subito al suo esordio la rete che permette di espugnare il campo della Sampdoria. I rapporti tra Chinaglia e Corsini sono pessimi e, con una squadra ormai in caduta libera, torna Maestrelli a dare l’ultimo aiuto alla sua Lazio. Il sofferto pareggio a Como (2-2) evita alla Lazio la retrocessione all’ultima giornata.

La Rosa

Portieri: Avagliano, Moriggi, Pulici, Rezzonico. Difensori: Ammoniaci, Colaprete, Di Chiara (I), Ghedin, Manfredonia, Martini, Petrelli, Polentes, Tarallo, Trobiani, Wilson. Centrocampisti: Agostinelli, Ceccarelli, Badiani, Borgo, Brignani, D’Amico, De Stefanis, A. Lopez, Masuzzo, Re Cecconi. Attaccanti: Apuzzo, Castellucci, Chinaglia, G. Ferrari, Garlaschelli, Giordano, Loddi. Allenatori: Corsini, (poi subentrato) Maestrelli.

Curiosità

La maglia della Lazio si scurisce: Con il nuovo anno la maglia consueta della Lazio, di colore celeste, si scurisce tendente all’azzurro. Raccuglia decide di produrre nuove divise invernali per la Lazio che fanno il loro esordio nel gennaio 1976. La divisa firmata Ennerre prevede un colore azzurro, anziché il celeste tradizionale, così da rendere più distinguibile la maglia per chi vedeva ancora la tv in bianco e nero, ossia per chi aveva gli apparecchi di vecchia generazione. «Vero (raccontava Raccuglia), anche noi produttori di materiale tecnico-sportivo iniziavamo a fare i conti con le prime esigenze televisive del mondo del calcio. Era solo l’inizio ma dai club, in quel periodo, cominciavano ad arrivare precise direttive, il calcio si stava strutturando in qualità, anche per chi non poteva recarsi allo stadio di persona. Anche a noi venivano richiesti accorgimenti in corsa sulla produzione delle divise. Per quanto riguarda la differente colorazione sulle maglie della Lazio di quella stagione dal celeste al quasi azzurro, bisogna anche tenere conto che i filati che arrivavano alla nostra azienda non sempre erano dello stesso punto di colore utilizzato per le divise delle stagioni precedenti».

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