Il ritiro precampionato dalle origini al primo scudetto

Il ritiro precampionato dalle origini al primo scudetto

Il periodo nel quale si svolge il ritiro precampionato è fondamentale per la perfetta riuscita di tutta la stagione calcistica. Ogni allenatore sperimenta tecniche e moduli di gioco differenti, effettua esperimenti nella formazione di base e tra schemi e partitelle prende forma la squadra titolare che disputerà il campionato ormai alle porte. Dopo interminabili ore di duro allenamento in palestra e sul campo di gioco, di corse in montagna nei boschi ed in montagna, i giocatori passano anche piacevoli momenti di relax, interagendo tra loro oppure scherzando amichevolmente con i tifosi che da sempre sono vicini alla squadra, anche in questo particolare e fondamentale periodo di ritiro estivo; tutto questo è riscontrabile nella foto che ritrae il mitico Lucidio  Sentimenti IV impegnato a coccolare suo figlio a bordo campo. Alle sue spalle si intravede un tifoso che in maniera scherzosa, “mima” una parata del portierone “goleador” biancoceleste. Fin dagli Anni ’30 il ritiro precampionato veniva effettuato alle porte di Roma, in località fresche e lontano dal caldo che invade la Capitale nei mesi estivi. Anche negli Anni 40/50 vi era un seguito di tifosi non indifferente che incoraggiava i giocatori intenti ad effettuare durissime ore di lavoro. I giocatori passavano il loro tempo libero sfogliando i quotidiani sportivi, giocando a carte o biliardo oppure al telefono di un bar o dell’albergo che li ospitava per contattare le rispettive famiglie. Durante le corse nei boschi molto spesso il gruppo dei giocatori veniva raggiunto da un numero considerevole di tifosi che si univano a loro. Molto curiose ed interessanti sono le foto che immortalano la squadra a cena che sanciva il termine della giornata di lavoro. Il ritiro svolto a Pievepelago (MO) quello dello scudetto del ’74, come si può notare dalla foto il tavolo era unico e tutti i giocatori insieme allo staff tecnico consumavano rigorosamente insieme i pasti quotidiani. Questo particolare è molto importante, perché sottolineava la volontà della società di creare un gruppo compatto e coeso, eliminando qualsiasi barriera tra i vari calciatori… ma con quelli della “banda Maestrelli”, non era sempre così scontato.

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