La questione israeliana-palestinese e l’impegno della Lazio

La questione israeliana-palestinese e l’impegno della Lazio

Una maglia sognata ed indossata per una sola volta. Una storia che nasce il 31 gennaio del 2010 quando la Lazio raggiunse un accordo pluriennale con Eyal Golasa, calciatore israeliano, centrocampista del Maccabi Tel Aviv e della Nazionale israeliana. L’atleta fece la visita presso il Centro sportivo di Formello e scelse il numero 23 di maglia. Poi accadde qualcosa di strano, nonostante fosse stato sottoscritto il contratto con la società romana, non fu ritenuto valido dal club israeliano, oltre al fatto che erano accorsi numerosi problemi di varia natura. E’ un episodio da non sottovalutare perché la Lazio aveva scelto di portare in Serie A per la prima volta un calciatore israeliano, lanciando un segnale di grande valenza. Ma non è tutto, in quell’occasione il presidente Lotito disse anche “Io penso che attraverso il calcio si possa cambiare anche la società civile. Ambisco ad avere nella mia squadra un palestinese e un israeliano perché lo sport non deve dividere ma unire”. La maglia era quella commemorativa dei 110 anni indossata da Golasa a Formello, si presentava bianca con una banda celeste al centro, molto simile alla famosa casacca dell’Ajax. Probabilmente i designer della Puma avevano trovato ulteriore ispirazione dalla maglia biancoceleste della stagione 1975/76. La maglia dei 110 anni presentava il colletto a “V”, con finiture celesti sul bordo delle maniche. I loghi della Puma erano stampati sul tessuto, mentre il logo S.S. Lazio, la coccarda della Coppa Italia e la scritta “1900-2010” risultavano ricamati. La maglia celebrativa dei 110 della Polisportiva faceva il suo esordio allo stadio Olimpico il 6 gennaio 2010, incontro Lazio-Livorno 4-1. di Emiliano Foglia

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