Calcio, casacche & amicizia, un danese per due: Michael Laudrup

La S.S. Lazio, in occasione dei festeggiamenti per i 120 anni, in ossequio ad una storia gloriosa, pone il culto della sua tradizione al centro del proprio messaggio ai suoi tifosi. Il “Lazio Museum”, dallo scorso campionato, in collaborazione con la Società, mette in esposizione le casacche storiche, a tema, nelle gare casalinghe degli uomini di Inzaghi. Inoltre l’attività museale si è ampliata con un nuova iniziativa sempre a carattere “virtuale”, caratterizzata dal Fair Play, che da sempre nobilita la Società Sportiva Lazio, attraverso le casacche storiche di un grande campione che ha militato sia con la Lazio e sia tra le fine del club ospitato. Questa volta per l’incontro Lazio-Juventus di domenica 8 novembre 2020,  il “Lazio Museum” omaggia la figura del danese Michael Laudrup, detto “Michelino”. Nato il 16 giugno del 1984 a Frederiksberg, nell’area urbana di Copenaghen, Michael Laudrup proviene da una famiglia di calciatori professionisti: suo padre Finn ha giocato in Nazionale danese dal 1967 al 1979. Lui, a soli 17 anni fa il suo esordio nel KB Copenaghen squadra allenata da suo padre. Dopo 14 partite e 3 reti, passa al Brøndby in prima divisione e fa in suo esordio in prima divisione segnando addirittura una doppietta. Viene dalla Lazio prelevato nel 1983 dal Brøndby. In realtà il calciatore è acquistato dalla Juventus che, stante la norma di non poter tesserare più di due stranieri in squadra e avendo nelle proprie file già Boniek e Platini, pertanto Michael è parcheggiato nella Lazio. Con la Lazio colleziona 60 presenze e 9 reti in campionato, prima dell’approdo definitivo alla Juventus che ne detiene sempre il cartellino. Comincia così la storia bianconera di Laudrup che ha ventuno anni appena. A Torino diventa il pupillo di Boniperti e il beniamino di chi ama il bel calcio. Michelino, in bianconero, sorprende tutti e diventa fuoriclasse. di Emiliano Foglia