Il “Lazio Museum” a sostegno del progetto “Un calcio all’esclusione” con un’asta benefica

Il “Lazio Museum” a sostegno del progetto “Un calcio all’esclusione” con un’asta benefica

La S.S. Lazio e L’Associazione Onlus “Lazio Museum” si mobilitano nuovamente e scendono in “campo” questa volta a favore dalla Diocesi di Roma per favorire l’inclusione dei Rom e delle persone più fragili, attraverso un’asta benefica. In occasione della gara della gara Lazio-Juventus del 20 novembre scorso, è stato fatto autografare ai calciatori bianconeri uno dei palloni ufficiali della Juventus. Sono presenti gli autografi di Dybala, Bonucci, Kulusevski, Rabiot, McKennie, Bernardeschi, Chiesa e Bentacur. Un importante gesto di solidarietà e fratellanza che ha unito i due club, verso chi è meno fortunato. L’Associazione Onlus “Lazio Museum” pertanto, ha attivato da alcuni giorni la raccolta fondi, attraverso la piattaforma Ebay.

 

 

 

Per seguire l’asta e per formulare le offerte il link è: PALLONE BALL CALCIO JUVENTUS AUTOGRAFATO SIGNED NO MATCH BALL MATCH WORN SHIRT | eBay

L’intero ricavato verrà destinato al progetto: “Un calcio all’esclusione”. Lo sport come motore di inclusione sociale nel periodo del post Covid.

 

 

 

 

Contesto

A livello globale, come evidenziato in una nota delle Nazioni Unite, le principali vittime indirette della pandemia da Covid sono le bambine e i bambini.  Anche nel nostro Paese, con lo scoppio della pandemia, l’aggravarsi delle condizioni di povertà, la difficoltà nell’accesso all’istruzione, l’aumento esponenziale dei rischi per la salute, l’amplificarsi del divario tra categorie sociali ha fortemente segnato l’esistenza di numerosi minori compromettendone il sano sviluppo.

Solo in Italia nel 2020 il numero dei bambini in povertà assoluta ha sfiorato la soglia del milione e mezzo e per la metà delle famiglie italiane con figli le risorse economiche si sono notevolmente ridotte. Direttamente connessa alla povertà economica vi è la povertà educativa, declinata nell’impossibilità per le bambine e i bambini di sperimentare, di apprendere, di crescere in maniera sana, di coltivare sogni, di sviluppare talenti e capacità.

Nella città di Roma la pandemia ha divaricato ancora di più la forbice delle disuguaglianze. In una geografia ideale, composta raggruppando le aree con caratteristiche economiche e sociali simili, la Capitale è caratterizzata dall’esistenza a macchia di leopardo di una “città degli invisibili”, formata dalle famiglie di migranti presenti nei centri di accoglienza, da comunità rom residenti in baraccopoli formali e informali, da abitanti di occupazioni abitative. Tali famiglie si compongono quasi sempre di minori, talvolta numerosi, chiamati a pagare il salto prezzo della diseguaglianza amplificata con la crisi pandemica. Si tratta di bambine e bambini i cui diritti fondamentali spesso risultano violati, ai quali non sempre è garantito il diritto all’istruzione, lontani dal gioco e da un sano rapporto relazione vissuto con i coetanei e da percorsi che possano valorizzare le loro potenzialità e talenti, deprivati dei minimi strumenti per favorire una crescita sana. Per loro, davanti a un ascensore bloccato, è il futuro ad essere compromesso sin dalla nascita e con esso la possibilità di aprirsi a sogni e aspirazioni.

In tale contesto il calcio, riconosciuto come una disciplina sportiva dall’alto valore formativo, può rappresentare lo strumento ideale per la creazione di uno spazio educativo nel quale generare nuove opportunità di cambiamento. Un cambiamento che coinvolga i minori ma anche le rispettive famiglie che, nella città di Roma, vivono la periferia sociale ed esistenziale più estrema.

Obiettivo generale del progetto

Obiettivo del progetto “Un calcio all’esclusione” è quello di offrire a bambine e bambini soggetti ad esclusione sociale e discriminazione, segnati dalle conseguenze della crisi pandemica e residenti nella periferia estrema della città di Roma la possibilità di accedere e praticare l’attività sportiva come contributo fondamentale nella lotta alla povertà educativa servendosi del calcio come strumento di cambiamento sociale e dei benefici psicofisici e relazionali che derivano dalla sua pratica.

 

Obiettivi specifici

Il progetto intende perseguire i seguenti obiettivi:

–         Promuovere, attraverso la pratica sportiva gratuita del calcio, un percorso di sostegno educativo rivolto principalmente minori presenti nelle comunità più fragili inseriti in contesti abitativi escludenti (italiani, stranieri, rom), a rischio di devianza e di emarginazione

–         Favorire l’attività sportiva come strumento di sviluppo e inclusione sociale, volto ad abbattere pregiudizi e stereotipi

–         Incoraggiare la pratica sportiva estendendola alle categorie più vulnerabili e spesso escluse dalla stessa con particolare attenzione ai ragazzi/e con background migratorio o presenti nelle baraccopoli romane

–         Rafforzare la relazione tra i minori che vivono in contesti periferici e deprivati ed i loro coetanei

Azioni

Le attività previste dal progetto mirano a far sì che i partecipanti, di età compresa fra i 6 e i 12 anni, possano, probabilmente per la prima volta nella loro esistenza, sperimentare e sperimentarsi all’interno di un campo di calcio dove acquisire la conoscenza di sé, apprendere il rispetto delle regole, prendere coscienza dei propri limiti e delle proprie potenzialità, investire in pazienza, impegno e sacrifici, relazionarsi con coetanei con background diverso in un processo bidirezionale.

Il progetto richiama nel suo titolo alla volontà di declinare concretamente il principio del “diritto allo sport per tutti”, senza differenze, fornendo un servizio alle comunità e alle famiglie maggiormente segnate dalla crisi economica e sociale post pandemica. Lavorare sui minori, pertanto, porterà automaticamente a relazionarsi e, laddove necessario, a farsi carico in maniera differenziata delle loro famiglie.

Esso si articola secondo le seguenti azioni:

–         Individuazione delle famiglie beneficiarie

–         Inserimento dei minori all’interno di circoli sportivi legati alle reti parrocchiali della Diocesi di Roma

–         Costruzione insieme alle famiglie di un percorso individualizzato che preveda momenti di incontro con educatori che seguiranno i minori anche durante la pratica sportiva e che si relazioneranno in maniera diretta e continua con gli istruttori sportivi

–         Presa in carico, in specifici casi, delle famiglie per singole problematiche legate principalmente a condizioni abitative estreme.

Ente gestore e responsabile del progetto: Diocesi di Roma. di Emiliano Foglia

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