“Noi Con Voi”, il presidente Lotito a sostegno della “sua” Amatrice

“Noi Con Voi”, il presidente Lotito a sostegno della “sua” Amatrice

In occasione di Lazio-Juventus del 27 agosto 2016, anticipo della seconda giornata di campionato, lo Stadio Olimpico si è unito nel cordoglio per le vittime del terremoto che ha colpito il Centro Italia.  Proprio in quelle ore il primo club della Capitale aveva annunciato una serie di iniziative di sostegno alle popolazioni colpite. I giocatori biancocelesti scesero in campo con una maglia speciale: “Noi con Voi”, la scritta in cui era stata incastonata l’icona dell’orologio del campanile di Amatrice, con le lancette ferme nel momento preciso della principale scossa che devastò il paese reatino e le altre località di Accumoli, Arquata del Tronto e Pescara del Tronto. Commozione, sorrisi e tanta voglia di ricominciare. E’ quello che trovarono Claudio Lotito e la sua Lazio ad Amatrice a quasi un mese dopo dal devastante sisma del 24 agosto 2016. L’intera rosa biancoceleste, guidata dal suo presidente originario proprio di questi luoghi, il 19 ottobre 2016 faceva anche visita ai bambini dell’Istituto Omnicomprensivo di Amatrice, presso la sede temporanea realizzata subito dopo la tragedia. Gadget ed autografi vennero consegnati ai piccoli tifosi. Inoltre venne scattata la foto ufficiale della squadra davanti alla scuola, con l’obiettivo di raccogliere fondi da destinare alla ricostruzione delle terre terremotate. Una giornata intensa e piena di pathos, vissuta con trasporto soprattutto da Claudio Lotito, commosso nel ritrovare i luoghi e la gente con cui ha trascorso la propria infanzia. “Mio nonno paterno Enrico (raccontava Lotito) era di Amatrice, la sua casa è quella al fianco della chiesa di Sant’Agostino, ammirata in tante immagini televisive. Vi ho trascorso infanzia, adolescenza e gioventù, ogni estate, da metà luglio a fine agosto, le mie vacanze erano vissute proprio ad Amatrice. Erano anche quelli giorni più belli della mia vita. La cittadina si compone di sessantanove frazioni e, da ragazzo, partecipavo al sentito “Torneo delle Frazioni” di Amatrice, giocavo in porta. Per noi era un appuntamento importante del quale parlavano per tutto l’anno. Quelli che sono morti li conoscevo tutti, è successa una catastrofe spaventosa. Con la cittadina siamo cresciuti insieme, anche se le strade si sono poi divise. Ogni volta che tornavo era una rimpatriata, ci ritrovavamo per un bagno d’affetto. Vedere una simile distruzione e la scomparsa di persone care mi ha spezzato il cuore. Tuttavia la gente di Amatrice è laboriosa, tenace, ricca di forza interiore e sono certo che, nonostante la tremenda mazzata subita, saprà reagire e ricostruire, magari con l’aiuto delle istituzioni e di tante altre persone. Serve l’aiuto di tutti per fronteggiare l’emergenza e guardare al futuro con la voglia di rinascere dalle macerie. La gente ha perso tutto, personalmente ancora soffro. Diamogli certezze per il future ad Amatrice ed alle altre popolazioni colpite dal terremoto”. Questo era l’obiettivo del presidente della Lazio che,  ad Amatrice, ha avvertito per la prima volta sulla propria pelle, il dolore della sua gente. da Redazione.

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