LA MAGLIA

Le divise sportive, come per ogni club, ebbero un’origine e poi un’evoluzione scandita nel tempo. Inizialmente si pensò solo a distinguersi dagli altri e a farsi riconoscere in campo dai propri compagni. Per rendersi più belli, bastò attendere qualche anno. Una volta costituita la Lazio, allo scopo di partecipare alla gara podistica del “Giro di Castel Giubileo”, riservata esclusivamente a squadre affiliate, si pose il dilemma di optare per una scelta rappresentativa e suggestiva. Con quale divisa arrivare ai nastri di partenza? La soluzione fu immediata, quella più semplice e risolvibile in breve tempo, ovvero vestirsi di bianco, perchè rappresentava il classico colore della purezza olimpica e si prestava agevolmente ad essere indossato nelle corse podistiche. Poco dopo, gli atleti del podismo, del canottaggio e dell’escursionismo esibirono alcune divise personalizzate: vennero predisposte sulle casacche delle fettucce di stoffa azzurre che riportavano le lettere elle, a, zeta, i ed o, cucite a mano all’altezza del petto, formando così la parola “LAZIO”. Da questo momento in poi si svilupperà il culto della maglia, spesso rinnovata di stagione in stagione, che accompagnerà la squadra nel tempo dal 1900 ai giorni nostri. Il nostro viaggio inizia da qui…

1900, Luigi Bigiarelli durante una gara di marcia (nella grafica la ricostruzione della casacca dell'epoca)

La stagione

Luigi Bigiarelli fu l’ideatore della “Società Podistica Lazio”, fondata a Roma il 9 gennaio 1900. Quel giorno, lui, suo fratello Giacomo ed altri 7 amici decisero la costituzione della Lazio su una panchina a Piazza della Libertà. I soci risultarono poi 15 alla sottoscrizione del primo Statuto sociale il 13 gennaio 1900, tutti animati da puro spirito olimpico. I Padri Fondatori vollero costituire una società per poter partecipare ad una gara podistica, il “Giro di Castel Giubileo”, riservata esclusivamente a squadre tesserate. Proprio per quest’evento la Lazio nacque in origine unicamente come società podistica. La scelta del nome e dei colori sociali fu particolarmente elaborata e fortemente condizionata da spunti culturali e storici. All’epoca erano in uso nomi come Virtus, Ars et Labor, Ardor, Audax, Esperia, Fortitudo, Libertas, Spes, Vittoria, Fulgur, tutte d’ispirazione latineggiante e riferite generalmente a valori sportivi. A quel tempo non si adottavano i nomi delle città di appartenenza, in quanto i club non partecipavano a gare a carattere nazionale e non avevano quindi la necessità di dover rappresentare l’intero centro urbano con la propria denominazione. Si scelse “Lazio”, in quanto tale nome deriva dall’antico “Latium”, l’area ove sorse Roma nel 753 a.C. e come auspicio a conoscere il territorio regionale in tutta la sua ampiezza culturale, panoramica e storica. La scelta dei colori sociali venne probabilmente influenzata dal momento storico che vide lo svolgersi della prima Olimpiade dell’età moderna in Grecia nel 1896. Per questo motivo si adottarono i colori ellenici. Come simbolo l’aquila, emblema indissolubile della potenza di Roma imperiale. Il motto sociale fu: “Concordia parvae res crescunt”, ovvero “Nell’armonia anche le piccole cose crescono”. Lo sport a Roma vide gli albori grazie alla Lazio. La diffusione del football in Italia, come in ogni altra parte del mondo, avvenne per opera degli inglesi che, alla fine del XIX secolo, si spostavano per lavoro nelle città costiere, portando con loro usi e costumi. Il nuovo fenomeno sportivo in Italia e nel mondo fu favorito nelle località dove già esistevano precedenti di associazionismo sportivo: circoli nautici e di canottaggio, società di scherma e ginnastica ed associazioni ciclistiche o podistiche. Il football in Italia dopo aver toccato anche le grandi città del Nord e quelle portuali faceva capolino nella Città Eterna, grazie alla neonata Lazio. Nel 1901, al podismo, al canottaggio, al nuoto e all’escursionismo, si aggiunse così un’ulteriore disciplina: il football.

 

 

Curiosità

Il fondatore: Luigi Bigiarelli (Roma, 20 agosto 1875 – Bruxelles, 16 febbraio 1908) fu un sottufficiale dei Bersaglieri in congedo, con particolare interesse per lo sport e marciatore eccezionale. Praticò la “corsa veloce” con risultati brillanti, tanto che nel maggio del 1899 si aggiudicò la medaglia d’oro nei 120 metri nel “Campionato del Lazio” a Villa Pamphili. La prima grande impresa arrivò quando riuscì a percorrere la tratta Roma-Firenze nel 1901 a piedi, impiegando soltanto 2 giorni e 19 ore. In Piazza d’Armi Luigi Bigiarelli ed i suoi amici si cimentarono in allenamenti atletici di resistenza allo sforzo e velocità, mentre il nuoto veniva praticato nel fiume Tevere. Il successo che lo rese più orgoglioso fu la vittoria di squadra nel “Giro di Castel Giubileo” il 21 aprile del 1900, gara che lo aveva spinto a cavallo del nuovo secolo a fondare la Lazio insieme ai suoi amici. Nel 1902, con la Lazio ai primi anni di vita, Luigi Bigiarelli fu costretto a lasciare Roma e a trasferirsi in Belgio per raggiungere Bruxelles. Nella valigia portò con sé orgogliosamente la sua maglia della “Società Podistica Lazio”.

Per i collezionisti

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