LA MAGLIA
L’estrema povertà del periodo si riflette anche nel mondo del calcio e ne risentono anche le forniture sportive dedicate agli atleti. I calciatori indossano capi semplici, spesso di derivazione militare. La Lazio, dai propri magazzini, ricicla maglie logore degli anni passati. Negli incontri amichevoli disputati con gli atleti non impegnati nella guerra, sono presenti modelli di mute diversi tra loro.
La stagione
In quella stagione, in pieno periodo bellico e con l’Italia divisa in due, non si poté disputare un unico torneo nazionale. Il 27 novembre 1943, la Federazione, retta al nord della Repubblica di Salò, attraverso un comunicato federale, annunciò che il campionato di calcio 1943/44 si sarebbe disputato, attraverso un sistema misto, che avrebbe raggruppato le società di Serie A, B e C in un’unica serie divisa in gironi regionali. Le finaliste si sarebbero poi incontrate in un girone unico. Ancora prima del comunicato federale, il Direttorio XI Zona (nome assunto dal Direttorio nel 1934 con l’inclusione del Lazio nel campionato federale) aveva in animo di organizzare autonomamente un campionato, che intendeva denominare “Campionato Regionale di 1ª Categoria” che avrebbe assegnato il titolo di campione romano. La notizia della ripresa ufficiale del campionato venne accolta con grande entusiasmo, e iniziò l’organizzazione del nuovo torneo nella Capitale. Il Direttorio XI Zona aprì l’iscrizione a tutte le squadre delle prime tre divisioni del campionato italiano; quindi originariamente le squadre che si iscrissero furono otto: Lazio e la Roma (Serie A), la Mater (Serie B), l’Ala Italia, l’Alba, il Littorio e i Vigili del Fuoco (Serie C), e La Disperata, che aveva ottenuto la promozione nella Prima Divisione 1942-43. Una nona squadra, l’Elettronica, chiese di poter partecipare, ma la decisione del Direttorio fu in un primo momento quella di non ammetterla. Successivamente, insieme all’Elettronica, anche il Trastevere presentò un esposto al Direttorio per poter essere ammessa al campionato di prima categoria, e la Commissione di Appello, riunitasi la sera del 1º dicembre, decise di accettare la richiesta delle due società, aumentando le squadre partecipanti da otto a dieci. Si giocò in tre stadi: la Rondinella, il Motovelodromo Appio e lo Stadio Nazionale. La Lazio vinse con pieno merito il girone laziale, ma non poté partecipare alle fasi finali poiché frattanto gli alleati, dopo la battaglia di Monte Cassino e lo sbarco di Anzio, occuparono l’intero territorio regionale. Inoltre, La gestione della manifestazione passò in corso d’opera dalla FIGC fascista a quella del Regno del Sud, la quale svincolò il torneo laziale dalla Divisione Nazionale e lo rese un campionato regionale autonomo. Alla Lazio, pertanto, rimase semplicemente il titolo di “Campione del Lazio”.
La Rosa
Portieri: P. Colucci, Gradella, Rega. Difensori: Biagioli, De Pierro, Ferrarese, S. Sassi, Valenti. Centrocampisti: Andreolo, Berardi, Caporali, Capponi, Gualtieri, Manfré, Ramella. Attaccanti: Centomini, De Andreis, D’Orazi, Koenig, Lombardini, A. Longhi (I), G. Mancini, Manola, Pomponi, Risso, Rizzitelli. Allenatore: Canestri.
Curiosità
In questo delicato periodo bellico, i giocatori biancocelesti danno luogo ad una manifestazione di grande sportività, firmando in massa una petizione a favore dell’attaccante giallorosso Amadei, squalificato a vita a seguito degli incidenti scoppiati durante una partita di Coppa Italia con il Torino, nella stagione precedente.